mercoledì 8 giugno 2016

18 Anni e non sentirli


Le bambine sono diventate grandi, mi verrebbe quasi da dire. 

Anche se Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha “bambine” non lo sono mai state. O almeno non nell’accezione in cui le abbiamo conosciute noi. Ben 18 anni da quando la biondina dell’ “Observer” ci dava il suo personale benvenutonell'era dell'anti-innocenza”, in cui "nessuno fa più colazione da Tiffany o ha storie da ricordare".Tante, troppe cose sono successe nel frattempo. Nonostante ciò noi siamo ancora lì. A rispolverare di continuo episodi e situazioni in cui troppo spesso ci ritroviamo. E ci pensiamo ancora, eccome se ci pensiamo ancora.


   Perché in fondo Sex and the City è un po’ in ognuno di noi. 


Come Samantha, da cui sono fermamente convinta avremmo dovuto tutte prendere e apprendere di più, in materia di (pubbliche) relazioni e non solo.
Come Charlotte, la principessa di Park Avenue che ci ha insegnato che il vero lieto fine esiste, anche se il principe azzurro è pelato, goffo e va in giro nudo per casa, lasciando ovunque bustine di te.
Come Miranda, l’instancabile lavoratrice stacanovista che finisce per amare.. e non soltanto il suo lavoro. Come Carrie, un concentrato di intelligenza e cuore in appena 1 metro e 55 di altezza. Manolo escluse ovviamente. 




Come Carrie che forse avrebbe dovuto lasciar perdere Big già alla prima stagione. Ma come biasimarla ?Chi non ha mai perso la testa per l'uomo sbagliato?
Che poi a dirla tutta non era nemmeno tanto colpa di Big. Lui purtroppo era così.
Io vorrei-non vorrei-ma se vuoi, lessi una volta da qualche parte.
E forse la colpa è di Carrie che aveva Aiden, l’uomo perfetto, e ha comunque preferito il bello e dannato allergico ai legami – con lei, perché le altre le sposava tutte- .
Tutta colpa dello scintillio, mi viene da dire. Senza contare che le cose facili non piacciono a nessuno. Ma su Big e Carrie dovremmo scrivere un libro, banale per carità, ma pur sempre un libro. Il solito clichè della serie “In amore vince chi fugge”. Anche se poi lui tornava sempre.
A riprenderla ma non del tutto. Sempre sfuggente ma non troppo. Se fosse sparito lei lo avrebbe anche potuto dimenticare e lui questo non lo avrebbe mai accettato, perché come si fa a lasciare una donna come lei ? 


Brillante, ironica e di rado con i capelli a posto. Una di quelle donne speciali e normali allo stesso tempo, nella loro anormalità. Per questo Vera. E poco importa se nessuna metterebbe mai un tutù per uscire di casa o una gonna con strascico, da far impallidire anche Lady D. il giorno del suo matrimonio, in un Suq ad Abu Dhabi. Almeno una volta nella vita avremmo tutte voluto calarci nei suoi panni e nelle sue scarpe. Pur soltanto per per sentire le vertigini.


18 Anni sono passati da quando il sesso e i tabù femminili sono sbarcati per la prima volta sul grande schermo. Peccati e vergogne di cui nessuno aveva mai avuto il coraggio di parlare si sono trasformati in normalissime abitudini femminili. Il tutto condito sempre da quel tocco di leggerezza e di ironia in grado di rendere straordinaria ogni donna che non si prende troppo sul serio. Chiacchiere che per noi, udite bene ragazzuoli –un po’ meno voi genitori-, sono sempre state all’ordine del giorno. A pranzo, a cena e a colazione. Magari non da Pastis o da Magnolia Bakery. Magari davanti ad un Mojito, perché diciamoci la verità: il Cosmopolitan è decisamente sopravvalutato. E magari in una tranquilla cittadina italiana, in cui l’unica grande mela è sullo sfondo di un computer. 



Ebbene sì Sex and The City è un po’ in ognuno di noi.
Sarà forse per lo scintillio che ci portiamo dentro o la voglia di glamour che impieghiamo nel vestire o tutte le storie in cui abbiamo messo cuore e anima. E ancora: nella forza che mettiamo nel lavoro ogni giorno, nella leggerezza di alcuni rapporti e nell’illusione che sì, ci sono volute sei stagioni e due film ma, alla fine Big sceglie Carrie. Eternamente.





Nessun commento:

Posta un commento