Non
ho mai capito molto di finanza e di borsa. A meno che con Borsa -la scelta
della lettera maiuscola non è casuale - non s’intenda una Jane Birkin limited
edition di Hermes.
Eppure su tutte quelle sigle così buffe -non so voi ma Spread , Mib, Dow J a me ricordano
tanto i personaggi di Beautiful- si regge l’intera economia mondiale.
Centro strategico della cosa è Wall Street a NY, dove uomini
Centro strategico della cosa è Wall Street a NY, dove uomini
-e donne per
carità- in giacca e cravatta, ogni mattina sperano che qualcosa, io non ho
ancora ben capito cosa, stia su. Doppi sensi a parte, in tutto questo
agglomerato di numeri e simboli una cosa che mi ha da sempre affascinato è il
concetto di obbligazione.
Obbligazione: Promessa
di pagamento che una società o un ente pubblico emettono quando prendono fondi
in prestito.
Per
quelli che ora si staranno chiedendo cosa in realtà c’è di affascinante in un
così frigido scambio di denaro, rispondo subito: la promessa.
Nel
momento in cui scegliamo un uomo/donna “prendiamo in prestito“ la sua pazienza,
le sue cure, la sua dedizione; gli facciamo pertanto una promessa di affetto e
di fedeltà. -Dal
dizionario Secondo Me, sotto la voce “obbligazioni dei sentimenti“-
Fin
qui, tutto bene.
Ma
cosa succede nel momento in cui questa promessa viene meno?
Se
la promessa di pagamento non è mantenuta il singolo obbligazionista può presentare
istanza di fallimento. Ma dopo di ciò, si può riiniziare da capo ed
eventualmente chiedere un’altra obbligazione? C’è un numero massimo di
obbligazioni che ogni società o ente può emettere? Come
nella finanza anche nella vita, c’è un numero massimo di promesse d’amore che
possiamo fare? E ancora, a quante di queste siamo in grado di credere ?
Non ho mai capito molto di finanza e ancora meno di affari di cuore,
di una cosa però sono convinta: nelle azioni, come in amore, è il saper
rischiare che aumenta le possibilità di vincita.
Per
ritornare alla borsa iniziale, è un po’ come nello shopping.
Nello shopping, come
in amore (e in finanza) , quando trovi lo stivaletto perfetto, che cercavi da tempo,
per giunta del tuo numero, devi prenderlo. E di corsa pure.Perché se lo lasci lì
incustodito, trastullandoti nel “Domani lo vengo a prendere. Vuoi vedere che
non lo trovo più ?! ” è proprio quello il momento in cui arriva un altro 37, perché tu sei la norma e non l’eccezione,
e se lo porta a casa.
Ebbene si, lo
stivaletto tanto amato non aspetta te!
Non aspetta che tu, impegnata tra una telefonata con le amiche e una seduta di yoga, ti ricordi della sua esistenza.
Non aspetta che tu, impegnata tra una telefonata con le amiche e una seduta di yoga, ti ricordi della sua esistenza.
Lui è lì. E come un
uomo al bancone del bar, uno di quelli che se sono liberi è solo per il
passaggio della cometa di Halley, evento che si verifica ogni 76 anni circa
-così tanto per dare due numeri- , si fionda con la prima cerbiatta che gli
capita. E non serve implorare la commessa di provare a cercare se in magazzino
ne ha un altro.
Un po’ come le porte
di quel treno che ti si chiudono davanti gli occhi.
Il treno è passato e tu sei rimasta a terra. Scalza per giunta.
Il treno è passato e tu sei rimasta a terra. Scalza per giunta.
A tutti voi, l’augurio di saper rischiare. Sempre.
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