“Essere amati profondamente da qualcuno ci rende forti,
amare profondamente ci rende coraggiosi”
Durazzo, Albania
Mira
e Mizi decidono di sposarsi. Ma quando il destino prende di mira una famiglia,
raramente la lascia. E’ il 1988 Ela, ventiduenne, sorella più piccola della
sposa si fidanza con Artan, ventiseienne, cugino fraterno dello sposo. L’uno sceglie l’altro senza sapere cosa ci
sarà ad attenderli ma con la sola consapevolezza di voler stare insieme nel
bene e nel male.3 anni dopo decidono di sposarsi. La città porta ancora dentro
i detriti, materiali e non, lasciati dai 44 anni di regime comunista. Così, di
comune accordo, decidono di lasciare famiglie e casa per inseguire il “sogno
italiano”.
E’
il marzo del 1991 quando Artan riesce a prendere una barca dal cantiere navale
in cui lavora e parte con Ela ed alcuni amici alla volta di Bari. Dopo non
poche disavventure riescono a farsi dare il permesso di soggiorno, ma una volta
appurato il degrado dei centri d’accoglienza, decidono di tornare a casa entro
pochi giorni.
Ma il destino per loro aveva ancora in riserbo altre numerose sorprese.
La direttrice del centro, impressionata da questa coppia, così giovane eppure
con così grandi ideali, propone un lavoro ad entrambi presso una famiglia nella
verde Norcia. Seppur con ancora molti dubbi e incertezze, con il coraggio di
chi sa che restare è molto più difficile di scappare, decidono di dare inizio
ufficialmente alla loro vità insieme. Si trasferiscono a Terni, dove nel 1992 a
coronare il loro sogno arriva una principessa in famiglia. Reduce di un brutto
parto e di un malfunzionamento alla tiroide Ela non può occuparsi di sua figlia
per i primi 40 giorni di vita. Sarà Artan a dividersi tra lavoro, moglie e
figlia finchè il più dolce dei gelati segnerà la definitiva guarigione della
donna.
Da quel
momento pochissime liti e tanto amore tra loro.
Testarda e determinata lei, dolce e accondiscendente lui. Amore e Rispetto,
niente di più.
Purtroppo però, la vita non smette di metterli alla prova. Il 2013 e il 2014
sono due anni segnati da gravi lutti: la perdita del padre e del fratello di
lui a distanza di soli 3 giorni l’uno dall’altro e quella del fratello di lei.
Un dolore tanto improvviso quanto inestimabile. Un dolore, raddolcito
unicamente dalla presenza della rispettiva roccia su cui contare, della
rispettiva spalla su cui appoggiarsi e piangere.
Un dolore che può essere superato solo da un amore grande e solido come il
loro.
“Amare non significa guardarsi negli
occhi,
ma guardare insieme verso la stessa meta.”
Terni.
Novembre 1990.
E’ tardi, fa freddo e Monica non vuole uscire.
Senza contare che a lei le discoteche nemmeno piacciono: tutta quella gente in
spazi così piccoli, la sua claustrofobia prende sempre il sopravvento.
Ma cosa
fare quando il più insistente degli amici non si da pace ?
“Monica,
su andiamo, fidati di me, non te ne pentirai !” continuava a ripeterle Leo.
Monica si
decide, non senza altre esitazioni, sale su una Cadet bianca e va.
Marco, il PR della discoteca, aveva un passato da latin lover. Biondo, occhi
azzurri con quell’aria da Ken di Barbie, nessuna gli poteva resistere.
I due si
conoscevano solo di vista.
E mentre
Gloria Gaynor in sottofondo cantava “ I will survive” Leo dice a Monica : “Sai
c’è questo Marco, hai fatto colpo, vieni che te lo presento !” Marco si
avvicina e con un semplice : “Complimenti ! ” la conquista.
La invita a bere, lui era il PR e di consumazioni ne aveva un blocchetto
intero.
“Cosa
prendi ?”
“Un succo
di frutta alla pesca, grazie”.
Da lì la semplicità di lei conquisterà il cuore
di lui.
Dopo solo
un mese Monica presenta Marco, il suo primo e ultimo fidanzato, alla famiglia.
7 anni di
fidanzamento prima di giungere al 29 giugno 1997 quando avvolta in una nuvola
bianca di tulle lei e in un completo blu lui, si promettono amore eterno.
Da quel
momento solo gioie: un attività insieme, una casa insieme, una vita insieme.
Il 7 febbraio del 2000 nasce la piccola di casa: occhi blu come il papà,
capelli lisci e scuri come la mamma. Le gioie sembrano non finire mai. Tanto
amore e qualche bisticcio ogni tanto aggiungono quel tocco piccante alla vita
di tutti i giorni.
Nel 2004
lei sostiene lui che perde prematuramente la mamma a causa di una rarissima
malattia. Nel 2011 la svolta. Come andare a pensare che un affarino di 2 cm
potesse rovinare questa bella favola moderna? Gli occhi terrorizzati di Marco
nello scoprire la diagnosi di un cancro al seno, Monica non li dimenticherà
mai. Così come non dimenticherà mai la forza del marito durante la sua
operazione, durante il post operazione e durante il periodo di radio terapia.
Ma non solo, l’attività viene chiusa.
Da quel
momento le loro vite non saranno mai più quelle di prima.
Ma una volta che si testa il dolore di poter perdere l’altro, niente spaventa
più.
Oggi,
dopo 24 anni trascorsi nella buona e
nella cattiva sorte, sono ancora insieme.
Il
segreto? “Sfidare gli eventi della vita e vivere in due come se fossimo una
sola persona” confermano sorridendo entrambi.
“La legge dell'amore è
uguale per tutti
e la legge non ammette
ignoranza.”
Palermo.
E’
surreale come la nostra vita possa prendere strade inaspettate e condurci molto
lontano dal punto che, secondo noi, sarebbe stato quello di arrivo.
E’ il
2004 e Salvo si sta recando a Catania per una festa.
Di acqua
sotto i ponti ne è passata da quando, dopo anni e anni di terapia, ha scoperto
di esser gay e ha lasciato la sua futura moglie a pochi mesi dal matrimonio.
Ora Salvo è sereno, ha uno splendido rapporto con i suoi genitori che accettano
e rispettano la sua scelta e vive, all’insegna della verità, seppur scomoda per
alcuni, la sua meravigliosa e giovane vita, inconsapevole che ancora il meglio
deve arrivare.
Marco, ha accettato da poco e non senza auto-pregiudizi la sua omosessualità.
Vive
ancora nascosto dietro una bella bugia. La mamma, i fratelli e la gente di
Vittoria, il piccolo paesino in cui vive, lo considerano uno sciupa femmine.
“E’ per
questo che ha lasciato la sua fidanzata dopo 5 anni insieme, perché ha la testa
a tutte le altre” è quello che pensano.
E
quella sera a Catania, a quella festa di amici di amici, c’è anche lui.
Si
incontrano, chiacchierano, niente di più. Dopo un secondo incontro casuale,
Salvo inscena una finta commissione a Ragusa solo per rincontrarlo. Iniziano a
frequentarsi, si piacciono e il 14 febbraio decidono di mettersi insieme.
Dopo un
solo mese, Marco lascia il lavoro e si trasferisce a Palermo con il suo
fidanzato.
Ristrutturano
un palazzo nel cuore di Palermo che diventa il loro nido d’amore, schivo da
pregiudizi e pieno di amici sinceri.
Da quel momento: pane, amore e tanti
viaggi.
“Salvo,
ma Marco quando troverà una brava ragazza con cui mettere la testa a posto?
Dimmelo tu !” chiede spesso la mamma di Marco a quello che in realtà è l’amore
della vita di suo figlio.
Il 25
ottobre 2012 il coronamento del sogno. I due volano a New York, con amici e
parenti, per un passo grande per la loro vita, immenso per quello di tutti i
gay che non vedono riconosciuto il loro diritto ad amarsi.
Sotto il ponte di Brooklyn, con una stupenda vista sullo skyline e la Statua
della Libertà, i due mogliti -tanto
per citare Liza Minelli in Sex and the City2 al momento della celebrazione del
matrimonio di Stanford Bleach con Antony Marantino- ancora stupiti per tutto
quello che stava capitando, dicono sì l’uno all’altro.
All’insaputa
ancora della famiglia di Marco, la loro vita, ora coniugale, va avanti fin
quando da un giornale tutti scoprono la verità. Da quel momento, niente
dispiaceri al contrario di quanto la coppia si potesse aspettare. Solo gioia per
il figlio che finalmente ha messo la testa a posto, poco importa con chi.
Tutto rosa e fiori dunque. Ancora tanti viaggi, la lotta per poter togliere un
innocente da un orfanotrofio e dargli un futuro migliore, cene e tanto amore.
A Gennaio 2014, quando tutto sembra andare per il meglio, il destino ci mette
le mani.
A
quattro giorni dalla partenza per il prossimo viaggio Marco scopre di stare
male.
La meta cambia tempestivamente: invece del Brasile i due si recano a Verona in
un centro specializzato per la cura del Pancreas.
“Mai
tante notti senza te” dirà Salvo. “ Spero di tornare presto a casa nostra”
ribatterà Marco.
Oggi, 10 anni precisi dal loro primo incontro, hanno ancora tante difficoltà
davanti ma una vita di gioie che solo insieme potranno vivere.
Un ringraziamento speciale a Ela e Artan Llazaj, Monica e Marco Figlioli, Salvo e Marco Schiavo.
Grazie per essere il modello di amore che un giorno sogno di dare e sogno di ricevere !