martedì 25 febbraio 2014

Parole Parole Parole

Sul fiume Eufrate, nell'antica Mesopotamia, sorgeva una torre. Uomini e donne collaboravo insieme alla sua creazione. La torre doveva essere tanto alta da permettere all'umanità di raggiungere il cielo e lì stabilirsi tutti insieme. Ma Dio decise di punire gli uomini e diede ad ognuno di essi una lingua differente. Non potendosi comprendere l'uno con l'altro, a causa di una lingua non più comune, l'opera non fu mai terminata e la "Torre di Babele" mai costruita. 






Niente meglio di questo racconto può rappresentare l'importanza del linguaggio. Dopo tutto le parole condivise tra mondi,popoli e sessi sono alla base di ogni tipo di relazione. Che si tratti di quelle sussurrate piano o di quelle gridate ad un balcone o ancora quelle del biglietto di un bacio Perugina. Di quelle dette ad un telefono, giusto perchè così non c'è l'imbarazzo della presenza, di quelle un po' vigliacche di un messaggio, di quelle sempre romantiche di una lettera. Tutte le parole del mondo espresse in tutti i modi del mondo in ogni parte del mondo. 
Nel bene e nel male, l'importante è sempre che si parli ! 
Ma cosa accade quando, pur parlando la stessa lingua, due persone non si capiscono ? Quando il tuo dirmi A significa il mio B, sono io a fraintendere o tu a sbagliare ? Non posso fare a meno di chiedermi, il mondo sarebbe un posto migliore senza misunderstanding ? 

Alla luce di tutto questo, credo sia superfluo tener conto dei singoli caratteri che prendono parte a questa commedia dell'espressione
E' insensato, infatti, tentare di interpretare tutte quelle frasi sentite, quei gesti compiuti e quelle emozioni provate. Tentare di capire cosa abbia voluto dire, cosa abbia voluto fare, cosa sia significato per l'altro. Ci sono parole, gesti e sensazioni che sono quello che sono senza bisogno di recensioni o giudizi. 

A volte mi chiedo cosa sarebbe successo se Richard Gere, alias Edward, avesse incontrato Julia Roberts, nei panni di Vivian, ai giorni d'oggi. Probabilmente l'avrebbe accusata di aver frainteso tutto e lei sarebbe tornata nel suo squallido appartamento con i lussuosi vestiti di lui e l'amara consapevolezza di aver vissuto una splendida favola immaginaria.  
A volte mi chiedo cosa sarebbe successo tra la coppia più rinomata della letteratura. Forse Giulietta avrebbe lasciato morire Romeo perchè dopo tutto lei non è che lo amasse così tanto.

Le parole, nate per permettere alle persone di unirsi, finiscono per rinnegare tragicamente il motivo della loro creazione ?
Ciò che dovrebbe congiungere può separare ?
La verità è che nell'interagire,troppo spesso si dimentica di mettersi nei panni dell'altro. Quello che potrebbe apparire come un atto di sottomissione si dimostrerebbe come la più alta forma di altruismo e umanità. Un tentativo che amplierebbe le nostre vedute, rendendoci persone migliori con ogni semplice chiacchierata. 

A tutti voi l'augurio di riuscir ad esprimere con parole le vostre emozioni.
Sempre e nonostante.











Credits- Tumblr


lunedì 17 febbraio 2014

L'incredibile leggerezza di un'altalena


E’ innegabile quanto lo scorrere del tempo influisca sulle nostre vite e quanto alcuni eventi modifichino irrimediabilmente il nostro cammino. 
In un battito di ciglia ci troviamo a vivere una vita che solo pochi anni prima non avremmo nemmeno potuto – o voluto- immaginare.
Ciò che non ti saresti mai aspettato accade senza nemmeno darti il tempo di realizzare che era tutto fuorchè quello che pensavi potesse succedere.




Ti guardi allo specchio e capisci che la bambina che scorrazzava in bicicletta con le ginocchia sbucciate e i capelli sempre al vento, la stessa che inseguiva una meta imprecisa ma sempre ben chiara, ha lasciato il posto ad una donna instabile ma con i capelli quasi sempre ben sistemati , la stessa che cammina in equilibrio precario verso qualcosa che poi non si capisce bene cosa sia.




Si cresce, si cambia e si prendono percorsi diversi. Persone che un tempo erano la tua quotidianità improvvisamente diventano, nella migliore delle ipotesi, solo un dolce ricordo. Una parentesi, per quanto meravigliosa, di una vita che non è più quella di un tempo. Una vita in cui i ricordi d’infanzia riaffiorano solo col profumo di rosmarino fresco e l’aria dolce di una primavera in anticipo.
Perché si sa: non esistono più nemmeno le mezze stagioni. 
Non posso fare a meno di chiedermi: quando la routine e le responsabilità hanno preso il sopravvento sulla leggerezza? Quando la sabbia ha smesso di essere divertente ed è diventata fastidiosa ?

Il fango nelle scarpe non ti ha mai impedito di saltare in una pozzanghera 

eppure ora rifletti prima di ogni passo e analizzi attentamente ogni situazione, perché dopotutto i “grandi” fanno così. Loro sono responsabili, loro agiscono con la testa mica con la pancia. Obblighi e doveri diventano le tue priorità. Una giornata di sole non può di certo venir prima di una conference call con Londra.
La torta della mamma sarà anche più buona delle barrette ipocaloriche ai cinque cereali ma poi come la mettiamo con la cellulite?

Smartphone alla mano e computer in faccia, siamo ancora in grado di ricordare che profumo ha il prato del parco appena falciato? Il sapore della salsa fresca della nonna? Non Dovremmo forse iniziare a domandarci quanto è giusto, in questo scorrere di impegni e preoccupazioni, reprimere il Peter Pan che è in noi e quanto poco sarebbe sbagliato, almeno per un giorno, spegnere il cervello e vivere d’emozioni ? 




L'emozione di pane e marmellata. Di una gita al mare o in montagna o in qualunque altro posto in cui non servano le scarpe. 
Di una corsa spericolata, in discesa e con la bici - sia chiaro le sedute di spinning in palestra non fanno parte della categoria-. 
Di un sorso d'acqua fresca dalla fontanella del paese. Di un libro di favole, come se la realtà fosse davvero una bella favola. Delle ciliegie appena raccolte. Delle ortensie sotto casa della nonna. Del riposino pomeridiano. Delle farfalle bianche che volano sopra un campo di  violette.



Perchè in fondo la vita corre e non aspetta che tu, totalmente immersa nella frenesia delle tue futili occupazioni, ti accorga di lei. Non aspetta che tu ti renda conto della sua fugacità. Lei va su e giù come quell’altalena su cui tanto volevi andare perché la sensazione di volare era la più liberatoria delle gioie.

Marcel Proust mangiava madeleines e sorseggiava tè
 al fine di far sconfinare il passato nel presente”.
A tutti voi l’augurio di poter trovare le “madeleines” del vostro passato e vivere un po' di leggerezza nel vostro presente !







Credits- Tumblr e Valentina Hair

martedì 11 febbraio 2014

Storie di Grandi Amori Valentine's Day Edition




“Essere amati profondamente da qualcuno ci rende forti,
amare profondamente ci rende coraggiosi”

Durazzo, Albania
Mira e Mizi decidono di sposarsi. Ma quando il destino prende di mira una famiglia, raramente la lascia. E’ il 1988 Ela, ventiduenne, sorella più piccola della sposa si fidanza con Artan, ventiseienne, cugino fraterno dello sposo.  L’uno sceglie l’altro senza sapere cosa ci sarà ad attenderli ma con la sola consapevolezza di voler stare insieme nel bene e nel male.3 anni dopo decidono di sposarsi. La città porta ancora dentro i detriti, materiali e non, lasciati dai 44 anni di regime comunista. Così, di comune accordo, decidono di lasciare famiglie e casa per inseguire il “sogno italiano”.
E’ il marzo del 1991 quando Artan riesce a prendere una barca dal cantiere navale in cui lavora e parte con Ela ed alcuni amici alla volta di Bari. Dopo non poche disavventure riescono a farsi dare il permesso di soggiorno, ma una volta appurato il degrado dei centri d’accoglienza, decidono di tornare a casa entro pochi giorni. 
Ma il destino per loro aveva ancora in riserbo altre numerose sorprese.
La direttrice del centro, impressionata da questa coppia, così giovane eppure con così grandi ideali, propone un lavoro ad entrambi presso una famiglia nella verde Norcia. Seppur con ancora molti dubbi e incertezze, con il coraggio di chi sa che restare è molto più difficile di scappare, decidono di dare inizio ufficialmente alla loro vità insieme. Si trasferiscono a Terni, dove nel 1992 a coronare il loro sogno arriva una principessa in famiglia. Reduce di un brutto parto e di un malfunzionamento alla tiroide Ela non può occuparsi di sua figlia per i primi 40 giorni di vita. Sarà Artan a dividersi tra lavoro, moglie e figlia finchè il più dolce dei gelati segnerà la definitiva guarigione della donna.
Da quel momento pochissime liti e tanto amore tra loro.
Testarda e determinata lei, dolce e accondiscendente lui. Amore e Rispetto, niente di più.
Purtroppo però, la vita non smette di metterli alla prova. Il 2013 e il 2014 sono due anni segnati da gravi lutti: la perdita del padre e del fratello di lui a distanza di soli 3 giorni l’uno dall’altro e quella del fratello di lei. Un dolore tanto improvviso quanto inestimabile. Un dolore, raddolcito unicamente dalla presenza della rispettiva roccia su cui contare, della rispettiva spalla su cui appoggiarsi e piangere.
Un dolore che può essere superato solo da un amore grande e solido come il loro.



“Amare non significa guardarsi negli occhi,
ma guardare insieme verso la stessa meta.”

Terni.
Novembre 1990. E’ tardi, fa freddo e Monica non vuole uscire.
Senza contare che a lei le discoteche nemmeno piacciono: tutta quella gente in spazi così piccoli, la sua claustrofobia prende sempre il sopravvento.
Ma cosa fare quando il più insistente degli amici non si da pace ?
“Monica, su andiamo, fidati di me, non te ne pentirai !” continuava a ripeterle Leo.
Monica si decide, non senza altre esitazioni, sale su una Cadet bianca e va.
Marco, il PR della discoteca, aveva un passato da latin lover. Biondo, occhi azzurri con quell’aria da Ken di Barbie, nessuna gli poteva resistere. 
I due si conoscevano solo di vista.
E mentre Gloria Gaynor in sottofondo cantava “ I will survive” Leo dice a Monica : “Sai c’è questo Marco, hai fatto colpo, vieni che te lo presento !” Marco si avvicina e con un semplice : “Complimenti ! ” la conquista.
La invita a bere, lui era il PR e di consumazioni ne aveva un blocchetto intero.
“Cosa prendi ?”
“Un succo di frutta alla pesca, grazie”. 
Da lì la semplicità di lei conquisterà il cuore di lui.
Dopo solo un mese Monica presenta Marco, il suo primo e ultimo fidanzato, alla famiglia.
7 anni di fidanzamento prima di giungere al 29 giugno 1997 quando avvolta in una nuvola bianca di tulle lei e in un completo blu lui, si promettono amore eterno.
Da quel momento solo gioie: un attività insieme, una casa insieme, una vita insieme.
Il 7 febbraio del 2000 nasce la piccola di casa: occhi blu come il papà, capelli lisci e scuri come la mamma. Le gioie sembrano non finire mai. Tanto amore e qualche bisticcio ogni tanto aggiungono quel tocco piccante alla vita di tutti i giorni.
Nel 2004 lei sostiene lui che perde prematuramente la mamma a causa di una rarissima malattia. Nel 2011 la svolta. Come andare a pensare che un affarino di 2 cm potesse rovinare questa bella favola moderna? Gli occhi terrorizzati di Marco nello scoprire la diagnosi di un cancro al seno, Monica non li dimenticherà mai. Così come non dimenticherà mai la forza del marito durante la sua operazione, durante il post operazione e durante il periodo di radio terapia. Ma non solo, l’attività viene chiusa.
Da quel momento le loro vite non saranno mai più quelle di prima.
Ma una volta che si testa il dolore di poter perdere l’altro, niente spaventa più.
Oggi, dopo 24 anni trascorsi nella buona e nella cattiva sorte, sono ancora insieme.
Il segreto? “Sfidare gli eventi della vita e vivere in due come se fossimo una sola persona” confermano sorridendo entrambi.

“La legge dell'amore è uguale per tutti
e la legge non ammette ignoranza.”

Palermo.

E’ surreale come la nostra vita possa prendere strade inaspettate e condurci molto lontano dal punto che, secondo noi, sarebbe stato quello di arrivo.

E’ il 2004 e Salvo si sta recando a Catania per una festa.
Di acqua sotto i ponti ne è passata da quando, dopo anni e anni di terapia, ha scoperto di esser gay e ha lasciato la sua futura moglie a pochi mesi dal matrimonio. Ora Salvo è sereno, ha uno splendido rapporto con i suoi genitori che accettano e rispettano la sua scelta e vive, all’insegna della verità, seppur scomoda per alcuni, la sua meravigliosa e giovane vita, inconsapevole che ancora il meglio deve arrivare.
Marco, ha accettato da poco e non senza auto-pregiudizi la sua omosessualità.
Vive ancora nascosto dietro una bella bugia. La mamma, i fratelli e la gente di Vittoria, il piccolo paesino in cui vive, lo considerano uno sciupa femmine.
“E’ per questo che ha lasciato la sua fidanzata dopo 5 anni insieme, perché ha la testa a tutte le altre” è quello che pensano.
E quella sera a Catania, a quella festa di amici di amici, c’è anche lui.
Si incontrano, chiacchierano, niente di più. Dopo un secondo incontro casuale, Salvo inscena una finta commissione a Ragusa solo per rincontrarlo. Iniziano a frequentarsi, si piacciono e il 14 febbraio decidono di mettersi insieme.
Dopo un solo mese, Marco lascia il lavoro e si trasferisce a Palermo con il suo fidanzato.
Ristrutturano un palazzo nel cuore di Palermo che diventa il loro nido d’amore, schivo da pregiudizi e pieno di amici sinceri. 
Da quel momento: pane, amore e tanti viaggi. 
“Salvo, ma Marco quando troverà una brava ragazza con cui mettere la testa a posto? Dimmelo tu !” chiede spesso la mamma di Marco a quello che in realtà è l’amore della vita di suo figlio.
Il 25 ottobre 2012 il coronamento del sogno. I due volano a New York, con amici e parenti, per un passo grande per la loro vita, immenso per quello di tutti i gay che non vedono riconosciuto il loro diritto ad amarsi.
Sotto il ponte di Brooklyn, con una stupenda vista sullo skyline e la Statua della Libertà, i due mogliti -tanto per citare Liza Minelli in Sex and the City2 al momento della celebrazione del matrimonio di Stanford Bleach con Antony Marantino- ancora stupiti per tutto quello che stava capitando, dicono sì l’uno all’altro.
All’insaputa ancora della famiglia di Marco, la loro vita, ora coniugale, va avanti fin quando da un giornale tutti scoprono la verità. Da quel momento, niente dispiaceri al contrario di quanto la coppia si potesse aspettare. Solo gioia per il figlio che finalmente ha messo la testa a posto,  poco importa con chi.
Tutto rosa e fiori dunque. Ancora tanti viaggi, la lotta per poter togliere un innocente da un orfanotrofio e dargli un futuro migliore, cene e tanto amore.
A Gennaio 2014, quando tutto sembra andare per il meglio, il destino ci mette le mani.
A quattro giorni dalla partenza per il prossimo viaggio Marco scopre di stare male.
La meta cambia tempestivamente: invece del Brasile i due si recano a Verona in un centro specializzato per la cura del Pancreas.
“Mai tante notti senza te” dirà Salvo. “ Spero di tornare presto a casa nostra” ribatterà Marco.
Oggi, 10 anni precisi dal loro primo incontro, hanno ancora tante difficoltà davanti ma una vita di gioie che solo insieme potranno vivere. 


Un ringraziamento speciale a Ela e Artan Llazaj, Monica e Marco Figlioli, Salvo e Marco Schiavo.
Grazie per essere il modello di amore che un giorno sogno di dare e sogno di ricevere !