Mi
chiamo Dèsirèe ho appena compiuto 22 anni e ho smarrito la strada.
Do la colpa all’estate e a settembre. E che se ne dica settembre è peggio di
qualsiasi gennaio. Si, perché dopo tutto gennaio è sempre l’inizio di un nuovo
anno che non sai quante belle cose potrà portarti. Ma settembre no, settembre è
il rientro prima della fine. Il ponte che collega la felice frenesia estiva ai
mesi di scarto dell’anno. Settembre è rientro alla routine di tutti i giorni,
freddo improvviso sulle spalle, il sole che tramonta di nuovo alle 20:00.
L’ansia di ricominciare e la mancata voglia di farlo. Settembre è quello
strascico d’estate che non vogliamo lasciare andare. Quell’abbronzatura
duramente conquistata che piano piano va sbiadendo. L’ultimo bagno, l’ultimo
mojito, l’ultima cena in riva al mare. Settembre è fare i conti con quegli
esami che avresti dovuto studiare piano piano durante l’estate, ma di cui non
ti è importato nulla perché in fin dei conti:“Ma dai è estate, posso mai
studiare?”.
Mi
chiamo Dèsirèe ho appena compiuto 22 anni e ho smarrito la strada.
Do
la colpa alla mia vita e alla sua eccesiva complessità. Dividermi tra due
città, due Grandi Amori, due mondi non mi è mai pesato così tanto come adesso.
Da bambina era più semplice: doppi regali, doppie feste, tutto doppio e solo il
lato positivo della cosa. Ma da bambina non ti fai domande su dove porre le tue
radici, da bambina vivi e ti lasci vivere trasportata dagli eventi e dalle
circostanze, senza porti troppi quesiti e con la convinzione che quello che
qualcuno ha scelto per te è giusto e immutabile. Poi un giorno ti svegli e ti
rendi conto che questo andirivieni di luoghi e di affetti non è così normale o
tranquillo come hai sempre creduto. Al contrario ti rendi conto che di normale
e tranquillo non ha proprio niente. Ti rendi conto che lasciare ogni volta un
pezzo di cuore è diventato più straziante che altro. Così mandi al diavolo tutti
i “che bello, tu puoi avere il meglio dei due mondi” “che bello, tu parti
sempre” “che bello, com’è vivere entrambe le realtà ?”. Perché in fin dei conti
per quanto bello possa apparire non è tutto oro quello che luccica, si sa.
Mi
chiamo Dèsirèe ho appena compiuto 22 anni e ho smarrito la strada.
I miei amici sostengono che tutto questo disordine emotivo significhi “crescere”.
Accettare situazioni che non vorresti, prendere decisioni che in un modo o
nell’altro faranno del male, a te e a chi ti circonda. “Assumersi le proprie
responsabilità” lo definiscono. Io preferisco chiamarlo “Perdere
pezzi”. E se c’è chi mi consiglia di pensare unicamente alla mia felicità e a
ciò che mi fa stare bene di contro ci sono io. Io che ho sempre messo la
felicità altrui al primo posto. Un po’ come a volerli ripagare di quella
gratitudine che mi hanno sempre dimostrato e di tutte le fortune che la vita mi
ha regalato. Io che prima di compiere un gesto mi chiedo cento volte se così
facendo farei del male a qualcuno. Io che mi sono colpevolizzata per gli sbagli
fatti a causa della mia eccessiva impulsività. Io che piuttosto che combattere
lascio perdere in silenzio. Io che tra la scelta giusta e quella che mi
renderebbe felice scelgo sempre la prima. Perché tanto ad essere felice c’è
sempre tempo.
Mi
chiamo Dèsirèe ho appena compiuto 22 anni e ho smarrito la strada.
Mi
auguro di ritrovarla presto. Anche se poi si sa: più chiedi e meno ottieni,
mentre quando non ti aspetti nulla è in quel momento che la vita ti da quello
che cerchi. Così aspetto, come se aspettare fosse l’unica cosa che so fare.
Dopo tutto: finchè la barca va, lasciala andare e non toccare niente.
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