mercoledì 23 luglio 2014

Si, Viaggiare.



John Steinbeck diceva: “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone.
Come dargli torto? 
A volte basta una semplice uscita fuori porta per cambiare gli occhi che ci portiamo dietro da una vita e con essi credenze, opinioni e stati d’animo. 
A volte non basta una vita per cambiare punto di partenza –e di arrivo. 
Senza contare che il viaggio più grande è quello che facciamo (spesso senza muoverci dalla sedia) dentro noi stessi, nei meandri della nostra testa e del nostro cuore. Come se non potesse esistere l’una senza l’altro. Come se davvero “dove ti porta il cuore” fosse l’unica meta possibile.


Se poi metti insieme 4 ragazze diverse tra di loro in tutto, due delle quali non si sono mai incontrate prima: la cenerentola maniaca dell’ordine che crede ancora nell’amore e nel magico potere di un paio di scarpe firmate Zanotti. La misantropa disincantata che quel viaggio l’ha fatto per divertimento ma si è ritrovata a fare i conti con un passato che forse tanto passato non era. 
La fidanzata annoiata in cerca di nuove esperienze che fidanzata alla fine dei 5 giorni non lo è stata più e infine la ricercatrice incallita di perché e segni del destino che forse in quel destino ha iniziato anche lei a non crederci più. Aggiungi tanta voglia di evadere dalla routine quotidiana, anche questo per motivi totalmente divergenti; una casa al mare –e che mare!- che tutte queste diversità come per magia sembra averle annullate e ancora diete simil-vegane, libri che parlano d’amori orientali, parrucche poco credibili di nome Camilla e chiacchiere da far resuscitare anche Sigmund Freud.


Il risultato? Un cous-cous –di pesce e- di emozioni improbabili che tra liste della spesa e locali post-dinner si è spinto spesso sull’orlo del precipizio senza mai andare oltre. Un continuo camminare sul filo del rasoio e su sabbie roventi alle 3.00 di notte come a mezzogiorno, giusto per prendere un po’ di quello iodio “mattutino” che fa bene ai polmoni.

Partite tutte con poca consapevolezza ma tanta voglia di ridere, ognuna alla fine della vacanza ha trovato la risposta al suo interrogativo di partenza e non solo: l’ indirizzo di un favoloso parrucchiere, la marca di una crema corpo che Miranda Kerr a confronto ha la pelle secca e il numero del nuovo rossetto color lampone Mac. 

E se il ritorno porta addosso mal di testa di certo non se ne parla di mal d’anima, bensì di un’avveduta coscienza di non essere la stessa persona che qualche giorno prima con un bagaglio rilevatosi eccessivo era partita alla ricerca di chissà che cosa e che alla fine ha scoperto che la vera gioia di vivere è vagare.

A tutti voi l’augurio di salpare le ancore alla volta di nuove mete.
Lontane o vicine esse siano.
E alle mie nuove amiche, che hanno reso questo poco probabile viaggio folle e meraviglioso.









Credits- Tumbrl

lunedì 7 luglio 2014

Call it Magic



Ci sono storie senza infamia e senza lode che lasciano meno segni di quanto possa fare una piuma nel deserto.
Poco romanticismo e poca magia fanno sì che inizino (e a volte finiscano) così un po’ per sbaglio.
Quasi come una carta sporca lasciata in terra che qualcuno ha voluto raccogliere ma senza troppo impegno.
E se di banalità in amore non si dovrebbe parlare, per le coppie e per le storie appena descritte, il termine banale è quasi d’obbligo.


Poi di storia ce n’è un’altra -per fortuna-.
Una storia che del romanticismo e della magia ha fatto la sua ragione d’essere.
Tanto magica da concludersi con una canzone intitolata proprio “Magic”.
Una canzone di fine rapporto che le lacrime te le fa scendere, ma non per tristezza o malinconia, semplicemente perché dimostra che al mondo esistono ancora uomini che credono in quella magia e in quell’amore. Di uomini nobili d’animo che non sputano nel piatto in cui hanno mangiato, che non ti odiano per non essere riuscita a far funzionare la cosa, che non ti danno in pasto alla bocca di certi leoni- o leonesse.
Una canzone che dimostra che: Si, al mondo ci sono ancora uomini che si lasciano e che dedicano una splendida canzone in cui non solo non rinnegano il passato ma affermano anche che se dovessi chiedergli 
dopo tutto quello che voi due avete passato 
se credono ancora nella magia
 risponderebbero “sì, ci credo”.

Lei, bionda occhi verdi, probabilmente non lo immaginava neanche che quello sconosciuto, per quanto stimato, sarebbe poi diventato il suo grande amore. 
Lui, occhi azzurri, voce e mente da poeta, a quel concerto in realtà aspettava un’altra e per ripicca o per divertimento -non si seppe mai- a gran voce dedicò il pezzo a lei, la sua finta fidanzata. 
Scatenato il gossip, il danno era fatto.
Anche se ancora non si erano nemmeno mai effettivamente incontrati.
Dopo poco, un altro concerto: l’assistente di lui, la va a prendere sugli spalti per portarla nel backstage.
Una stanza affollata ma per entrambi solo due occhi di fronte.


Da quel momento le “poesie” di lui saranno il salvagente su cui lei si aggrapperà.
Soprattutto quando perdi qualcosa che non puoi rimpiazzare, quando ami qualcuno ma finisce male. Lui proverà a sistemarla.
Il sorriso e l’amore di e per lei, l’ispirazione di lui, perché in fondo domande di scienza, scienza e progresso non parlano forte come il cuore.
Due figli, tanto amore, moltissima stima e poca mondanità nonostante la popolarità di entrambi.
Una vera e propria favola moderna con tanto di castello a Londra.

Dopo dieci anni insieme la notizia della separazione. 
Ma sempre con amore e gran classe.
Lei parla di “consapevole disaccoppiamento” ma di una forte volontà a continuare ad essere una famiglia. Lui si assume tutte le colpe: “Sono stato un vero e proprio casino perché non riuscivo a godermi il benessere che avevamo e le cose positive che avevo intorno a me.” 

E se per noi è una vergogna che si siano divisi, la verità è che nessuno ha detto che sarebbe stato facile.  
A Chris Martin e a Gwyneth Paltrow per il loro amore.
A Noi, che quell’amore ce lo auguriamo ancora.




Credits- Tumblr